Per non dimenticare
Il Canto delle lucciole
Adattamento di M. A. Centoducati.
Il canto delle lucciole è un verso di una poesia di Pablo Neruda che la giovane Daniella, prigioniera in un campo di prostituzione tedesco, recita ossessivamente per fuggire, almeno con la mente, agli orrori e dalla terribile tragedia a cui ogni giorno è costretta ad assistere come una bambola inerme e indifesa. La sua storia è raccontata nel libro “La casa delle bambole” di cui non si conosce l’autore, poiché il suo nome è soltanto un numero: KZ135633. In questo spettacolo i drammi umani vengono raccontati tramite brani tratti da questo straziante libro ma anche da altri come “L’ISTRUTTORIA” di Peter Weiss sui sopravvissuti ai campi di concentramento e “IL DIARIO DI ANNA FRANK”. Un percorso profondo nella memoria dell’olocausto sottolineato dall’emozionante musica del maestro Ovidio Bigi e dalla reale sensibilità umana degli attori Gianni Binelli e Maria Antonietta Centoducati.
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Ho sognato la cioccolata per anni
Dall’omonimo libro di TRUDI BIRGER - Adattamento di Maria Antonietta Centoducati
All’epoca del racconto Trudi è soltanto una ragazzina che, dai the danzanti di Francoforte, si trova rinchiusa nel ghetto di Kosvo prima di finire nell’infamante campo di concentramento di Stutthof, in Germania. Sopravvissuta ai campi di sterminio nazisti, strappata alla morte poco prima di essere spinta nel forno crematorio,il suo è il racconto in prima persona di tutto ciò che le accadde e di quello che accadeva nel campo di concentramento. Tormentata dal freddo, dalla paura, dalla fame, Trudi cerca di resistere per sé stessa e per salvare sua madre. Nella semplicità del suo racconto autobiografico, Trudi Birgere ci guida tra le atrocità e le sofferenze dell’Olocausto per svelarci la forza della speranza che non si arrende, dei sogni che si rifiutano di morire, degli affetti che ci tengono in vita. Antonietta Centoducati , che impersona Trudi, è accompagnata dall’attore Gianni Binelli che dà voce ai “nemici” e dal pianoforte del Maestro Ovidio Bigi in uno spettacolo di narrazione intenso e coinvolgente.
Il vento sul cuore
Testo di Maria Antonietta Centoducati
IDA MARCHERIA, l’ultima superstite del trasporto da Trieste del dicembre 1943 racconta, attraverso la voce dell’attrice Antonietta Centoducati, la sua incredibile storia, un orrendo dramma vissuto con la sorella Stellina. Sono solo due ragazzine ebree quando vengono condotte ad Auschwitz, nell’inferno del campo di sterminio. Sole di fronte alla morte e a ciò che resta della vita: gli oggetti dei deportati da smistare nel Kanada Kommando. La ribellione e la sopravvivenza quotidiana, il lavoro stremante nelle fabbriche del lager, le selezioni e le marce..il rientro come fantasmi in una Trieste che non vuole sapere.. 88653 è un marchio che resterà per sempre sulla pelle di ELVIA BERGAMASCO, giovane staffetta partigiana, arrestata nell’estate del ’44 da un Comando delle SS nella polveriera dove lavora, a Medeuzza, in provincia di Udine. Ha solo 17 anni ed è totalmente ignara di ciò che l’aspetta. Condannata ai lavori forzati porta con sé il cappotto migliore e gli orecchini d’oro, per ben figurare nel nuovo luogo di lavoro…Non sa ancora di essere diretta verso l’orrore di Auschwitz.
Io sono Anna
Testo di Maria Antonietta Centoducati
La dolce Anna Frank ancora una volta ci fa riflettere e commuovere sulle atrocità dell’Olocausto. Il suo diario è una testimonianza di quanto la vita di una ragazzina ebrea possa, all’improvviso, diventare un vero e proprio incubo. Lo spettacolo prende spunto dal famoso Diario di Anne Frank, che è, di fatto, “il giornale di bordo di una nave immobile nel centro di Amsterdam, che naufraga lentamente, senza saperlo”. Gli attori Maria Antonietta Centoducati e Gianni Binelli danno voce ai personaggi di Anne e Peter, facendo rivivere momenti di vita dell’alloggio segreto e dei suoi abitanti: la vita prima e durante l’olocausto, le paure, i sogni della giovane Anna, la fatica di vivere nascosti e nel perenne terrore di essere scoperti, arrestati. La storia di Anne Frank è la pura testimonianza di un orrore che è difficile immaginare, un pezzo di memoria umana che non può e non deve essere cancellata.
La neve sulle labbra
Le Voci delle donne nella Resistenza italiana - Testo di Maria Antonietta Centoducati
Il contributo dato dalla donne alla Resistenza è stato molto importante, ma finita la guerra, è stato in gran parte sottovalutato. Sono le “donne invisibili”, di cui non si parla mai abbastanza, quelle raccontate in questo spettacolo tramite testimonianze, lettere, diari di donne che fecero la Resistenza con coraggio e determinazione. Quelle donne che furono Staffette, alcune quasi bambine come Oriana Fallaci che a 13 anni faceva la staffetta perché il padre era partigiano: non aveva paura, la paura è degli adulti. Era delle donne l’onere di procurare cibo e vestiti, medicine e consigli medici, trovare rifugi sicuri, raccogliere denaro per aiutare donne rimaste sole con figli; tutto ciò con il costante pericolo di essere imprigionate. Ma ci sono anche donne divenute combattenti come la ragazza interpretata da Maria Antonietta Centoducati, che dice alla II Brigata Beltrami: “Io sono qui per combattere e rimango solo se mi date un’arma e mi mettete di guardia e alle azioni. Se siete d’accordo resto, se non me ne vado”. Per non parlare degli stupri e dei soprusi che le donne vissero per tutta la guerra ma che non riuscirono mai ad annullare la loro tenacia. La loro fu Resistenza sofferta e tenace. Alla voce degli attori si affianca la voce del pianoforte del Maestro Ovidio Bigi che ha composto le musiche per l’occasione facendosi ispirare alle storie delle Donne.
Le ragazze di Auschwitz
Testo a cura di Maria Antonietta Centoducati
“Le ragazze di Auschwitz” è uno spettacolo che si snoda attraverso il racconto intenso, essenziale e duro di una donna, Ada Levi, sopravvissuta all’orrore del campo di concentramento di Auschwitz. Ada ci racconta la sua storia e la storia di Janny, Lily, Anita, Maria, Ester, Klara….ragazze, che, come lei, sono state strappate all’infanzia e con le loro famiglie, sono state deportate nel più atroce campo di sterminio del regime nazista. La loro storia è terribile: tutte sono state nel “campo di prostituzione”, poi cavie per esperimenti disumani condotti sulle ragazze più sane dei lager. La condizione delle donne nei campi di concentramento era orrenda e crudele, e ciò per vari motivi:la minore resistenza fisica rispetto agli uomini di fronte ai pesanti lavori del lager, il tormento degli affetti famigliari strappati brutalmente, la presenza ossessiva dei forni crematori, le cui ciminiere, situate nel bel mezzo del campo femminile, rendevano terribile e vana ogni speranza. Da ognuno di questi itinerari umani emerge un’aura di tristezza lirica. Uno spettacolo coinvolgente e intenso per ricordare e riflettere su quanto orribile sia stato l’Olocausto del popolo ebraico
ZAKHÒR
Testo di Maria Antonietta Centoducati
Zakhòr in ebraico significa "Ricorda". Ricordare è uno dei massimi precetti biblici. Scriveva Primo Levi nel suo celebre ‘Se questo è un uomo’: “Sognavamo nelle notti feroci sogni densi e violenti…Tornare, mangiare, raccontare. Io ricordo ogni cosa, ricordo tutto”. Ecco l’imperativo per coloro che cercarono di sopravvivere: tornare per raccontare al mondo l’orrore. Lo spettacolo mette insieme le voci di coloro che hanno vissuto l’orrore dei campi di sterminio e hanno raccontato quei giorni di annientamento fisico e psicologico, il desiderio di aggrapparsi alla vita e hanno rivissuto quell’orrore per tramandarci la memoria di ciò che è stato l’Olocausto. Il testo dello spettacolo, scritto dall’attrice e regista Maria Antonietta Centoducati, si basa sulle testimonianze dei sopravvissuti che raccontarono l’orrore al processo che si svolse a Francoforte sul Meno dal 20 dicembre 1963 al 20 agosto 1965 contro un gruppo di SS e funzionari del Lager di Auschwitz che cercarono di negare crimini non solo senza precedenti, ma inconcepibili. Uno spettacolo coinvolgente e intenso in cui il ricordo si fa vivo e palpabile.
Di fumo e nebbia
1914- 1918. Voci dalla Grande Guerra - Testo di Maria Antonietta Centoducati
“Di fumo e di nebbia” è un recital che raccoglie brani sulla Prima Guerra mondiale: poesie, lettere, discorsi, testimonianze, brani tratti da romanzi e racconti. Un percorso che vuole rievocare il clima del succedersi degli eventi e il sapore di un’epoca, quella tra i 1914 e il 1918. Tra i personaggi evocati figurano Eleonora Duse, Gabriele D’Annunzio, Filippo Tommaso Marinetti, Ungaretti e altri celebri intellettuali e artisti che vissero nell’epoca della Grande Guerra, ma anche altre figure di testimoni e gente comune, uomini e donne protagonisti di una delle vicende più sanguinose del secolo scorso. A rendere ancora più vivi i ricordi di quell’epoca ci sono le musiche del maestro Ovidio Bigi, che ci regala emozioni palpabili e coinvolgenti.